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Protettore della Città

La Celebrazione del 28 settembre inaugura ufficialmente i Festeggiamenti in onore di San Michele: un momento molto sentito dalla popolazione in quanto considerato come l’incontro “intimo” tra la Città e il suo Patrono.

La tradizionale offerta della cera (meglio “dei ceri”) da parte degli organi governativi cittadini rappresenta difatti un fidente rimettersi sotto la protezione  dell’Arcangelo che, come espresso dal rettore, P. Ladislao Suchy, «negli anni ha difeso e ha garantito, attraverso alterne vicende, la serenità e la possibilità che questo luogo conservasse sempre il suo splendore e la sua integrità».

Ben si comprende, dunque, la foltissima partecipazione dei montanari – giovani, adulti, bambini, anziani, autorità, cittadini, militari, associazioni – a questo appuntamento liturgico e devozionale.

La Santa Messa è stata presieduta da Mons. Domenico D’Ambrosio, che da anni – come da lui stesso ricordato – non fa mancare la sua presenza in questa occasione: «Non mi spaventavano neanche i 340 chilometri che da Lecce portano qui: per otto anni sono stato fedele a questo impegno a unirmi all’offerta della città di Monte Sant’Angelo del cero, della luce, al singolare e unico patrono angelico».

L’Arcivescovo emerito del capoluogo salentino, nella sua omelia, si è soffermato su tre caratteristiche proprie di Michele: la prima, tratta dal Libro di Daniele, è quella di essere “vigile custode” degli uomini; la seconda, dall’Apocalisse, è il suo combattere «contro il drago, contro colui, cioè, che ci vuole dividere e separare da Dio»; la terza, ispirata dal Vangelo, è la sua opera a «raccogliere tutti gli scandali e tutte le iniquità e gettarle nella fornace ardente per far risplendere la bellezza della giustizia e della santità».

Testimonianza ulteriore dell’amore verso l’Arcangelo, il presule ha voluto offrire il proprio anello episcopale che sarà custodito in Basilica.

Simbolo della lotta col maligno e richiamo alla Parola di Dio, che penetra come una lama, una spada, realizzata ad imitazione di quella posta tra le mani dalla Statua del Sansovino, è stata donata al Sindaco della Città: opera dell’artigiano locale Giuseppe Ricucci, essa costituisce una sorta di “reliquia” e un monito ad ispirare ogni azione di governo al messaggio del Celeste Protettore.

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