La Festa in onore di San Michele che si celebra nel mese di maggio è tradizionalmente legata agli episodi delle Apparizioni dell’Arcangelo e, nel corso dei secoli, si è configurata sempre più come festa dei pellegrini, delle cumpagnie, dei devoti che sovente raggiungevano (e ancora oggi raggiungono) la Sacra Grotta a piedi.
Il cammino e l’ascesi rappresentano, così, alcune connotazioni della devozione micaelica: per questo, la novena di preghiera che prepara alla Solennità dell’8 maggio è un peregrinare spirituale per approfondire il messaggio del Celeste Patrono e, sopratutto, avvicinarsi a Dio, distaccandosi dalle preoccupazioni e distrazioni dell’esistenza quotidiana e terrena.
Dal 29 aprile al 7 maggio p. Paolo Hajduga ha proposto meditazioni incentrate sull’importanza e sulla vicinanza del Principe Celeste nella vita di ogni uomo: alle Comunità ecclesiali, cittadine e diocesane, presenti il michelita ha ricordato l’importanza della preghiera, della fedeltà al Signore, della costanza nella fede, dell’affidamento all’amore misericordioso di Dio.
Nei giorni della novena, precisamente il 1° maggio, il card. Adalberto Martìnez Flores ha visitato il santuario, invocando l’assistenza dell’Arcangelo sul Conclave che di lì a poco si sarebbe celebrato.
A corollario del denso programma liturgico, hanno avuto luogo alcuni appuntamenti culturali: il recital “Karol Wojtyla – Poeta e filosofo, pellegrino di pace”, con declamazioni di poesie composte dal Santo Pontefice su accompagnamenti musicali di pianoforte e flauto; la presentazione del libro “Sotto lo stendardo di San Michele”, opera di Vincenzo Comodo; il convegno “Emergenza educativa: quale speranza?”.
Il 7 maggio la consueta veglia è stata inserita nel programma del Festival Michael e si è arricchita della partecipazione delle autorità amministrative, delle parrocchie cittadine, di camminatori e di turisti, nonché di segni e gesti devozionali antichi e tradizionali. Al termine della preghiera, sulla facciata esterna e laterale della Basilica sono state proiettate immagini dell’Angelico Protettore e la sua spada, riprodotta da un vistoso fascio di luce, ha collegato la terra al cielo.
Il Dies festus ha registrato l’arrivo di numerosissimi pellegrini.
La Divina Eucaristia del mattino è stata presieduta dall’Arcivescovo sipontino, mons. Franco Moscone: «Terribilis est locus iste: questo luogo è terribile non per chi entra a pregare, ma per ciò che la preghiera dovrebbe realizzare in ogni cuore e in ogni tempo. Terribile non per chi crede e spera, ma per chi sceglie vie di male e di divisione».
In serata, ha officiato i Sacri Misteri p. Raffaele Gadek. Il Superiore Provinciale dei Micheliti ha esortato i fedeli a lasciarsi guidare da San Michele, giacché egli «porta dritto al cuore di Dio, al cuore dell’Amore».
Contributi fotografici: Leonardo Ciuffreda, Angelo Cotugno, Raffaele di Iasio
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